Insegnami a dire No

#Civediamosabato/27

L’importanza di insegnare ai bambini a dire “no” rappresenta un fondamentale pilastro nell’educazione che li prepara a diventare degli adulti consapevoli, rispettosi e resilienti. 
Questo insegnamento va ben oltre la semplice negazione di una richiesta; esso infatti si traduce in un processo educativo estremamente complesso e raffinato, che ha come obiettivo quello di formare individui capaci di stabilire confini, rispettare gli altri e affrontare la gestione della frustrazione e il rifiuto con consapevolezza.

In un mondo sempre più interconnesso e articolato, l’abilità di dire “no” in modo che potremmo definire assertivo diventa una competenza cruciale per la crescita psicologica ed emotiva.

Prima di addentrarci a comprendere gli impatti “positivi” dell’apprendimento del “no“, è essenziale comprendere che insegnare questa abilità non significa incoraggiare l’egoismo o l’indifferenza verso gli altri. Anzi, dare ai bambini la possibilità di sperimentare la negazione e il diniego permette di elicitare lo sviluppo di un senso di sé e un rispetto reciproco. 

La nostra società è “passata” (?) da un modello patriarcale, in cui le relazioni genitori-figli erano basate su un’educazione rigida, coartata, nel rispetto cieco dei ruoli e dell’autorità, ad un modello più empatico e incentrato sull’ascolto.
L’ascolto dei desideri, dei sentimenti, dei bisogni dei bambini in cui però i genitori o gli educatori possono trovarsi in difficoltà nel pronunciare un diniego per timore di ferire i bambini. Spesso si pensa che evitando loro dei “no” si allontanino le situazioni che possono far scaturire delle delusioni.
Appare invece di estrema importanza comprendere ed accettare invece che, se ben utilizzato, il “no”, al pari del “sì”, costituisce uno strumento prezioso per il bambino.

Quando i bambini imparano a dire “no”, acquisiscono la consapevolezza dei propri limiti e sviluppano un senso di responsabilità verso se stessi e gli altri.

Un elemento chiave di questo processo è la creazione di confini, la separazione dall’altro che permette di capire dove finisco io e dove inizia l’altro.
È facile immaginare quanto i bambini riescano così a comprendere quanto la propria libertà non deve essere valicata e oltraggiata dalla libertà dell’altro. Anzi, insegnando loro confini e limiti gli permettiamo di avere la serenità di instaurare relazioni consapevoli in cui vi è un rispetto reciproco, delle azioni, dei desideri e del corpo dell’altro. 

Imparare a dire “no” in modo rispettoso, unito all’abilità di ascoltare emotivamente e comprendere le esigenze degli altri, contribuisce a costruire una comunicazione aperta e autentica. I bambini che padroneggiano queste competenze diventano adulti capaci di navigare le relazioni interpersonali in modo equilibrato, riducendo il rischio di instaurare relazioni disfunzionali.

Come accennato prima la tolleranza alla frustrazione è un’altra abilità cruciale che l’apprendimento del “no” può potenziare. 

La vita appare di per sé intrinsecamente complessa e la capacità di arrivare a gestire la frustrazione appare fondamentale per il benessere emotivo. Quando i bambini imparano a dire “no” in situazioni adeguate, sviluppano una maggiore resistenza psicologica di fronte alle delusioni e alle difficoltà.
Questo, a sua volta, li prepara ad affrontare le inevitabili sfide dell’età adulta mediante strategie più resilienti.
Inoltre, insegnare ai bambini a dire “no” li aiuta a sviluppare un’accurata comprensione delle proprie priorità e valori. Questo processo di auto-riflessione contribuisce a una crescita individuale che permette loro di prendere decisioni basate su ciò che è davvero importante per loro. In un contesto più ampio, questo può portare alla formazione di una società di adulti che agisce in base ai propri principi, promuovendo un ambiente più etico e rispettoso.

Infine, l’insegnamento del “no” contribuisce all’accettazione della posizione degli altri. Quando i bambini comprendono che dire “no” è un diritto fondamentale, imparano anche ad accettare che gli altri possano esprimere lo stesso diritto.
Questa consapevolezza promuove la diversità di opinioni e la comprensione delle differenze, elementi essenziali per la costruzione di una società inclusiva e tollerante.

Insegnare sin da piccoli a dire “no” va oltre la creazione di individui assertivi; è un investimento nella formazione degli adulti padroni delle proprie emozioni di domani.
Come abbiamo visto, questo processo non solo contribuisce allo sviluppo di confini e relazioni più significative, ma anche a una società in cui l’accettazione delle differenze e la gestione consapevole della frustrazione sono fondamentali per il benessere collettivo

Benessere collettivo che vorremmo raggiungere e non continuare a morire. 

Ci vediamo sabato, 

Doc.

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