La fine dell’anno porta con sè tradizionalmente bilanci dell’anno concluso e buoni propositi per l’anno nuovo.
Come fosse una lunghissima domenica sera e il 2019 fosse un gigantesco lunedìdieta.
I bilanci però spesso non ci soddisfano e tiriamo su l’asticella per gli obiettivi del 2019. Effetto? Frustrati per ieri prepariamo già da ora le frustrazioni per il bilancio dell’anno prossimo.
Come si può fare quindi?
Si può fare così: ci si ferma, si prende fiato e si ripensa ad un periodo di tempo ben definito (del tipo da Gennaio a Maggio e da Giugno a Dicembre) oppure un lasso temporale che definisce un percorso (un anno scolastico, lavorativo…). Per fare un bilancio è importante prendersi del tempo, anche perché siamo disabituati a farlo. Il nostro cervello è abituato – purtroppo – ad elaborare e processare diverse informazioni contemporaneamente, e per farlo in modo efficiente lo fa in economia, eliminando ciò che ritiene meno importante.
Ecco, se stiamo riflettendo su chi siamo stati e su chi vogliamo essere non possiamo fare un lavoro in economia. Dobbiamo metterci a fuoco, e farlo non è facile perché ci si deve destreggiare tra fantasie, difese e idealizzazioni.
Dopo esserci ritagliati del tempo per noi stessi è importante partire da un presupposto: non si fanno sconti. A nessuno. Per nessun motivo.
È importante guardare foto, ripensare a cosa abbiamo fatto, se abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati lo scorso anno. Dobbiamo essere onesti con noi stessi anche se non possiamo dirci orgogliosi di chi siamo stati, anzi sopratutto se non ne andiamo orgogliosi, perché abbiamo l’occasione di cambiare, capire dove siamo arrivati e come mai. Come mai siamo stati come non volevamo essere, senza giudizio, ma solo per conoscerci di più e migliorarci, sempre. È importante capire cosa prendiamo da questo 2018 e portiamo nel nuovo anno e cosa invece decidiamo di lasciare qui nel 2018.
Fatto? Ok.
Dopo aver fatto questo passaggio (faticoso ma doveroso) è importante capire dove vogliamo arrivare, e possiamo farlo solo ponendoci degli obiettivi onesti, raggiungibili, possibili. Una volta raggiunti ci daranno una sensazione di autoefficacia e come semi faranno crescere la nostra autostima e di conseguenza la nostra felicità.
Un passaggio fondamentale riguarda infatti proprio la felicità che deve essere l’obiettivo figura sfondo di ognuno di noi. E ognuno di noi deve lavorare duramente per raggiungerla ed accrescerla.
Una volta stabiliti gli obiettivi da raggiungere in onestà con noi stessi, li mettiamo su carta, sul cellulare, su un post-it sul frigorifero o nell’agenda del 2019, dove si vuole, ma dobbiamo averli a mente sempre, perché ne avremo bisogno quando avremo momenti bui e faticosi (sì, ci saranno anche nel 2019).
La porzione più grande di felicità possibile è alla portata di tutti.
Buona fine e buon inizio, “dalle ultime ricerche di mercato si evince che la gioia è ancora tutta da inventare”.
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