#Civediamovenerdi /7

#Civediamovenerdi                   7ºAppuntamento 

Che facciamo a Natale?

E in un attimo è di nuovo venerdì, 

settimana dopo settimana cerco di raccogliere e riorganizzare i pensieri e le riflessioni in quest’appuntamento settimanale. 

Con una mia paziente questa settimana ragionavamo sui numeri che vengono buttati settimana dopo settimana e del linguaggio bellico a cui (ormai) siamo assuefatti (ne ho parlato qui). 

A quanto ci siamo abituati ormai a tutti questi morti (centinaia al giorno da mesi, trecentocinquantasei è il dato più basso dell’ultimo mese) e quanto abbiamo dovuto cambiare chi siamo in questo lungo lunghissimo anno. 

Abbiamo dovuto adattarci a nuove regole, nuovi contesti, a nuove modalità lavorative, a nuovi modi di stare insieme, o meglio, di non stare insieme. 

Lo abbiamo fatto (e lo facciamo) pensando al bene nostro e a quello comune.

Pensando che il sacrificio di oggi, varrà la ricompensa del domani. 

Si lo so, è faticoso (moltissimo).

È faticoso per chi a lavoro deve continuare ad andarci, per chi lavora da casa dove l’impegno è diventato h24 7/7, è faticoso per chi deve lavorare ma farsi anche la quarantena perché il compagno di scuola di suo figlio è positivo quindi tutti a casa, è faticoso per chi i nonni deve proteggerli ma continuare ad assisterli, i bambini accompagnarli a scuola e incrociare le dita che non si contagino tra di loro, per chi un lavoro non ce l’aveva e chi l’ha perso a causa della pandemia.
Per chi è solo in casa, per chi ha case affollate. 

È faticoso per ognuno di noi. 

Ognuno di noi. 

E ad ognuno di noi spetta un momento di pausa da tutta questa angoscia.

Capisco che si guardi al Natale come un momento di riposo, ma non abbassiamo la guardia o tutti quei sacrifici saranno stati vani. Tutti.
Dal primo all’ultimo. 

Se è proprio così importante il Natale tuteliamo chi amiamo, non facciamo cene anticipate ad orari improbabili per rincasare alle 22 ma non rinunciare a niente, pranzi dalle 10 alle 22 in 30 perché nessuno verrà a controllare nelle nostre case quanti siamo davvero. 
 

Rinunciare ad un Natale per come doveva essere nelle nostre fantasie ma avere in cambio la nostra salute e di quelli che ci stanno a cuore è un regalo enorme che facciamo dapprima a noi stessi. 

Davanti ai nonni fragili a Natale (come sempre, ma sopratutto a Natale) mettiti la mascherina, stai a distanza, apri le finestre. Stacci, ma non troppo. 

Si può fare, ti assicuro. 

Fattelo dire da chi continua a lavorare (laddove non è possibile altrimenti) con la mascherina, la distanza, la finestra aperta, i termosifoni accesi al massimo e diversi strati di maglioni e scialli. 

Si può fare in sicurezza rispettando tutte le regole del distanziamento che deve essere fisico ma non sociale

Rinunciare al Natale per come lo avevi immaginato è il regalo di Natale più bello che puoi fare ad ognuno dei tuoi affetti. Non cerchiamo il modo per aggirare le regole, piuttosto riflettiamo su come contribuire a non creare l’esplosione della terza ondata di Febbraio 2021 può essere un’opportunità imperdibile di fare un gesto per sè e per la collettività in un colpo solo; convincere la nonna che quest’anno la messa di Natale (come anche quella della domenica) è più sicuro seguirla in televisione che nella parrocchia del suo cuore è un dono enorme che puoi fare a voi due. 

Possiamo cambiare solo le cose che sono nelle nostre mani, non perdiamo quest’occasione.

Ps. E non ti dimenticare l’igienizzante e la mascherina. 

A Venerdì, 

Doc. 
 

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