#Civediamovenerdi 8 ºAppuntamento
“L’immagine di noi stessi non è affatto l’immagine che ci restituisce lo specchio, ma quella che ci rimanda il corpo sociale, le persone che amiamo, che stimiamo, quelle che ci riconoscono un valore; lo specchio che conta è lo specchio che ci restituisce la dignità del nostro essere uomini”.
Questa frase di Recalcati mi è risuonata in testa tutta la settimana, come un ritornello e trovo possa essere una chiave di lettura per guidarci lungo la fine di questo 2020, all’alba dell’arrivo del vaccino che finalmente ci farà chiudere questa bolla temporale nel quale siamo da più di 9 mesi.
A tratti sembra d’esser tornati a Marzo, quando non si sapeva bene come fronteggiare questa emergenza sanitaria. Ti ricordi quando ci arrabbiavamo con i runner? Quando facevamo battute e meme sui pelouche portati al guinzaglio e cani sfiniti portati a passeggiare per ore? Ti ricordi quando la paura era così grande che eravamo davvero tutti chiusi dentro casa i balconi erano diventati i nostri parchi?
Eravamo così spaventati da un evento così incredibile che stava succedendo nelle nostre vite da immobilizzarci dentro casa. Con l’arrivo dell’estate, le belle giornate – e mettiamoci anche l’enorme stanchezza di far fronte a un’emergenza sanitaria e psicologica – la paura è venuta meno. Ci siamo adattati, ci siamo accomodati in questa nuova assurda realtàe abbiamo cominciato a comprare insieme alla farina e al lievito (che come diceva nonna “non deve mai mancare”) mascherine, igienizzanti, prodotti per la casa che eliminano virus e batteri. È diventata così tanto la nostra quotidianità che oggi è in particolar modo nell’ultima settimana ci siamo nuovamente arrabbiati, e nuovamente con le persone sbagliate: chi è andato a fare shopping, i regali di Natale.
Non sto qui a questionare rispetto all’opportunità o meno di andare nei centri commerciali, nei negozi, durante un’emergenza sanitaria ma sull’ennesima occasione persa di arrabbiarsi con la persona giusta.
Mi spiego meglio: se un governo apre le porte dei negozi, istituisce il cashback di Stato nella più grossa pandemia globale degli ultimi 100 anni possiamo davvero arrabbiarci con le persone che nell’ultima settimana hanno riempito centri commerciali, strade e negozi?
Possiamo ragionare per ore su quanto sia necessario avere un senso civico, di responsabilità che prescinde da decreti e regole.
È vero che un senso civico più ampio non dovrebbe richiedere l’intervento di un governo “paterno” che regolamenta entrate e uscite da comuni e regioni; in quanti vedersi in casa, a che distanza. È tutto vero. Ma evidentemente non siamo pronti. Evidentemente non è ancora arrivato quel cambiamento culturale.
È necessario essere onesti e ammettere che abbiamo sensibilità diverse e un terzo, un Altro da noi è importante che ci “tolga dall’impaccio” di decidere se stare in casa in 6 o in 7.
È necessario, purtroppo, che ci siano delle regole chiare e ferme (e che queste vengano osservate).
È importante che venga sottolineato alla cittadinanza come sia sempre più evidente che la trasmissione del coronavirus avviene per lo più per via aerea, in spazi chiusi e con diverse persone al suo interno.
Direi la peggior situazione possibile per il pranzo di Natale.
In che senso? Beh immagina adesso non dico la più affollata tavola imbandita, ma semplicemente lo scorso Natale. È ormai chiaro che si tratti di una situazione potenzialmente a rischio.
Detto questo, se da una parte è necessario formare e informare i cittadini al fine di stimolare e sostenere una partecipazione alla res pubblica, è altresì importante che un governo, proprio perché accoglie le diverse sensibilità rispetto al tema, tolga i singoli dall’impaccio e decida poche semplici regole da mantenere e non metterne e toglierne a piacimento a settimane alterne.
Dunque, che ci rimane da fare? Rimaniamo lucidi, il più possibile, pensiamo a proteggere noi e i nostri affetti, aspettando i nuovi decreti legge e ricordandoci sempre che tutto quello che stiamo vivendo è temporaneo, torneranno ad esserci Natali affollati, tavole imbandite, compleanni sfarzosi. Torneremo a giocare a calcetto, allenarci in palestra e giocare in ludoteca.
Ci prenderemo tutti gli aperitivi che non ci siamo presi nel 2020. Ma lo faremo in un altro tempo, nel tempo giusto, quando saremo al sicuro, quando ci guarderemo indietro e quello che ci sembrava una bolla temporale infinita avrà preso solo il tempo di un Natale nella nostra vita.
Fino a quel momento sarà importante aver cura di sè e dei propri affetti.
A Venerdì,
Doc.
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