#Civediamovenerdi 19º Appuntamento
Nell’attesa di capire chi, quando, dove e come ci saranno zone rosse, sediamoci un attimo e capiamo che sta succedendo in questo lungo, lunghissimo dejavu.
Da oggi la Lombardia è in zona arancione; siamo in attesa del nuovo monitoraggio Iss che potrebbe cambiare il colore del Lazio, Calabria, Puglia e Veneto che potrebbero passare in fascia arancione; Emilia Romagna, Campania, Abruzzo, Lombardia e Piemonte potrebbero finire in zona rossa.Cosa significano i vari colori lo sappiamo ormai a memoria, se hai dubbi però ri-posto un utilissimo link https://covidzone.info dove inserire giorno e luogo e capire confini e regole da seguire.
Ecco, si, le regole da seguire.
Non mi dilungo nella solita retorica del “è passato un anno cosa abbiamo imparato, cos’è cambiato”, nè “in questi giorni un anno fa”; per quello ci pensa già Sanremo ogni sera e qualsivoglia articolo di giornale.
Quello su cui voglio riflettere oggi sono proprio le regole, quelle da seguire per contenere il più possibile il contagio, quelle che dovremmo ormai sapere a memoria.
In ogni società civile ci sono ruoli e competenze distribuite lungo tutto l’asse sociale. La società civile dunque siamo noi: i nostri cari, vicini di casa, i portinai, la signora dell’alimentari e il tabacchi sotto casa, il ragazzo in pizzeria e la ragazza in merceria. La gelateria, la libreria, il supermercato. Ma anche i gruppi di lavoro, i colleghi, gli addetti alle pulizie. Per non parlare dei responsabili, direttori generali.
In un momento storico come questo una delle poche cose che ci accomuna tutti è ciò che ognuno di noi può fare ovvero, proteggersi.
Potremmo star qui a valutare o meno gli interventi del nuovo governo, se è giusto o sbagliato fare o meno un lockdown nazionale; ma non è la sede adatta e non ho le competenze adeguate.
Mi occupo delle persone, o meglio tendenzialmente le ascolto, accolgo e insieme ai miei pazienti costruiamo nuovi movimenti, nuove coreografie dei loro cicli di vita. Coreografie che non possiamo immaginare siano assoli, ma necessariamente includono tutto il corpo di ballo. Ognuno di noi costruisce la sua bolla collegando tantissime altre bolle alla sua.
Un ragazzo adolescente che siede sul divano della stanza di terapia lavora contemporaneamente su quello che accade in famiglia, con i genitori, tra fratelli, ma anche zii, cugini; a scuola; nel gruppo di amici; nel rapporto con i docenti; in relazione al concetto scuola; con i suoi allenatori, con il gruppo di amici con cui fa sport, con la comitiva del gruppo delle vacanze, con gli amici con cui gioca a Call Of Duty o a GTA,..
Quel ragazzo adolescente modificando anche solo un pezzo di quella rete, permetterà un cambiamento di tutta la rete e così via.
Come in un domino infinito.
E’ vero che ci sono fabbriche che non hanno mai chiuso, è vero che sui mezzi pubblici è quasi impossibile mantenere la distanza nelle ora di punta; ma è altresì vero che in molti negozi spesso l’igienizzante finisce e viene ricaricato a fatica, che nonostante fuori ad ogni negozio c’è scritto il numero di persone che può contemporaneamente stare in quello spazio spesso ce ne sono di più e non possiamo sempre immaginare che il singolo commesso faccia anche da buttafuori, possiamo scegliere (dobbiamo) di non entrare e attendere.
Ognuno di noi camminando per strada noterà tante persone che ancora tengono abbassata la mascherina all’aperto.
Sarà capitato anche a te di fare la spesa con la signora che ti si avvicina per prendere proprio lo stesso yoghurt vicino al tuo, la carne proprio come quella che hai acquistato o la mela vicino alla tua. E’ vero che abbiamo bisogno di contatto, ma questo non è il modo migliore sicuramente.
Questo lunghissimo dejavu non ci aiuta a riflettere rispetto al nostro ruolo, alla possibilità che ognuno di noi ha di cambiare le cose.
(E non parlo di cambiare il rapporto con cui ci relazioniamo con i nostri figli: quello si fa in stanza di terapia con un adeguato supporto.)
Parlo di come si costruisce una nuova realtà.
La “normalità” non tornerà perchè non è pensabile tornare a com’eravamo prima dell’arrivo del Covid-19, proprio perchè il Covid ha modificato la realtà in cui viviamo.
Possiamo – e dobbiamo – costruire una nuova normalità e si fa giorno dopo giorno pensando e ponderando bene le nostre scelte.
La libertà è partecipazione – diceva qualcuno più bravo di me nell’utilizzo delle parole – e allora, partecipiamo.
Vogliamo vedere quell’amico che non vediamo da tanto?
Prenotatevi un tampone insieme in farmacia, aspettate l’esito e fatevi una passeggiata in tranquillità. Hai conosciuto un ragazzo bellissimo e muori dalla voglia di stare con lui, baciarlo, dormirci, andarci a letto?
Tamponatevi e fatelo in sicurezza.
Permettiamo ai bambini di andare a scuola in sicurezza. Permettiamo ai loro genitori di lavorare e non ritrovarsi a stare con i bambini di giorno e lavorare di notte.
Permettiamo ad ognuno di noi di costruire la propria nuova realtà, rispettando sè e gli altri.
Rifletti, pondera e non agire d’impulso.
E tira su la mascherina, che per proteggerti deve coprire anche il naso.
A Venerdì,
Doc.
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