I numeri delle donne

Bentrovatə,

se dico 800 donne morte ogni giorno, maternità e numeri che tornano a crescere vi verrebbe in mente che parliamo della moderna Europa?

Ebbene sì, nel recente rapporto pubblicato dall’OMS e da altre agenzie delle Nazioni Unite, si evince che i tassi di mortalità stanno aumentando o rimangono stabili in diversi stati, Europa compresa.

Per mortalità materna intendiamo la morte dovuta a complicazioni legate alla gravidanza o al parto e riguardano la donna dal momento del concepimento fino a 6 settimane dopo il parto. Tra le cause ci sono donne morte per emorragia, preeclampsia, infezioni.

Nella categoria sono comprese anche le morti causate da pratiche legate agli aborti illegali, clandestini, di cui purtroppo non abbiamo ben contezza, in Italia ma anche più in generale in Europa.

Nel rapporto troviamo dei dati allarmanti: le morti son state 287 mila, i decessi sono diminuiti tra il 2000 e il 2015; mentre tra il 2016 e il 2020 la mortalità materna è aumentata del 17% in Europa e in Nord America, 15% Caraibi e Sud America.

Nel mondo occidentale le attuali conoscenze sulla psicologia perinatale che ritroviamo all’interno della letteratura dimostrano che le persone che costruiranno le prossime generazioni nascono in contesti familiari e di salute pubblica ben diversi rispetto anche solo a 50 anni fa.

I bambini di oggi nascono in ospedale, poco più del 50% nasce come figlio cercato e desiderato; le altre gravidanze non vengono configurate in letteratura come “desiderate” da principio ma per vari motivi si concretizzano comunque con la nascita del bambino.

Come ricordano Grussu e Bramante nel Manuale di psicopatologia perinatale edito da Erickson “i mesi che precedono il concepimento, i cambiamenti che connotano il periodo gravidico, l’esperienza del travaglio e del parto, le settimane e i mesi che seguono la nascita di un figlio, sono tutti momenti di particolari sollecitazioni biologiche, psicologiche e sociali”.

Un altro dato interessante che emerge dal rapporto dell’OMS riguarda proprio le cause ovvero la drammatica tragicità dei dati ci suggerisce che la maggior parte di queste morti potrebbero essere evitate se solo venisse garantito alle donne un accesso a un’assistenza sanitaria di qualità e se potessero pianificare le loro gravidanze.

La tutela della salute fisica e mentale deve prevedere programmi di promozione del benessere, attraverso azioni di sensibilizzazione da offrire alle persone, affinché prendano vita sempre di più genitorialità consapevoli a prescindere dalla direzione che può prendere una gravidanza nel senso del prosieguo o della sua interruzione.

Quello che dovrebbe essere un momento delicato sta divenendo uno tra i più tragici in tutto il mondo e troviamo un unico responsabile: la politica che attraverso il corpo delle donne parla tutta la sua violenza, ancora una volta.

Chiudendo ospedali pubblici, programmi di educazione sessuale, impedendo il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, di fatto cancellando la promozione al benessere della salute fisica, psichica e sessuale, non permettendo ai giovani, ai bambini di crescere all’interno di quella cornice culturale, e ancora tagliando le risorse economiche, il personale, non formando nuovo personale ostetrico-ginecologico-anestesiologico-psicologico, non mettendo questi operatori (laddove ci sono) nelle condizioni migliori per lavorare,

ma dove pensiamo di andare?

Che tipo di società vogliamo contribuire a creare se impediamo di fatto alla corretta fruizione delle informazioni rispetto alla propria salute.

Durante il primo periodo della pandemia veniva addirittura fatto ostruzionismo alle donne in allattamento che volevano vaccinarsi contro il covid-19 con l’obiettivo di provare a passare gli anticorpi al neonato (fortunatamente oggi la situazione appare più rosea).

Chi lo ha fatto si ricorda i plichi che si son trovate davanti per assumersi tutte le responsabilità dei rischi. Ma uno Stato che non si assume le responsabilità di proteggere i più fragili, di studiare quale sia la soluzione migliore per quel caso o quell’altro, che si limita ad alzare le mani e a lasciare nella penna di quelle famiglie la responsabilità di firmare per la tutela del proprio figlio esattamente chi sta proteggendo? E da chi?

Ci vediamo sabato, 

Doc 

Riferimenti:

https://worldhealthorg-my.sharepoint.com/personal/keenanl_who_int/_layouts/15/onedrive.aspx?id=%2Fpersonal%2Fkeenanl%5Fwho%5Fint%2FDocuments%2FDocuments%2FTable%5FMMR%2Epdf&parent=%2Fpersonal%2Fkeenanl%5Fwho%5Fint%2FDocuments%2FDocuments&ga=1

https://www.lafeltrinelli.it/manuale-di-psicopatologia-perinatale-profili-libro-vari/e/9788859010609

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